Dal punto di vista degli adempimenti fiscali, anche l’affitto breve deve essere regolato per legge con almeno la registrazione dell’ospite. Per soggiorni inferiori ai 30 giorni, non c’è l’obbligo di pagamento di imposte di bollo o di registro, ma bisogna comunque indicare quanto guadagnato nella dichiarazione dei redditi e consegnare al proprio commercialista le ricevute di ogni prenotazione.
Invece, per soggiorni superiori ai 30 giorni, la formula è quella dell’affitto breve non turistico ed è, quindi, obbligatoria la dichiarazione all’autorità dell’ospite con la motivazione del soggiorno e la registrazione di un contratto di locazione temporaneo, con bollo e raccomandata.
In entrambi i casi esistono due alternative. Si può decidere di indicare nel 730 l’incasso ricevuto alla voce “redditi diversi“: gli affitti percepiti si sommano, così, al totale dei propri guadagni; in questo modo potrebbe aumentare l’aliquota Irpef. Oppure si può scegliere la cedolare secca, cioè un’imposta che sostituisce l’Irpef che stabilisce un’aliquota fissa di tasse al 21%.